Odd_Grenland ha scritto:Che Lotito sia un personaggio inqualificabile, degno rappresentante di un sistema malato, credo sia noto a tutti e non c'è bisogno di ribadirlo.
TUTTAVIA
pur in maniera censurabile (in linea con il suo modo di essere) Lotito ha sollevato un problema che non possiamo far finta di ignorare. O almeno dovremmo riflettere su ciò che sta dietro al "problema delle provinciali".
Mi spiego: non è in discussione il merito di chi ottiene la promozione sul campo, sia esso il Carpi, il Bologna o il Canicattì. Tuttavia è lecito nutrire preoccupazione per tutto il sistema calcio se ogni anno la Serie B sforna un paio di sorprese che, partite a fari spenti o quasi, riescono a essere in lotta per salire e spesso ci riescono pure.
Piazze che, a dispetto dei risultati inattesi, continuano ad avere aflluenze ridicole, al punto che molte partite potrebbero giocarsi in un PALASPORT anziché in uno stadio.
Non è solo una questione di diritti TV, i cui introiti sono l'unica fonte di entrata che tiene a galla quasi tutti i club di A, incapaci di evolversi e di puntare su un merchandising fatto bene e su altri tipi di business.
Il problema è che gli stadi in A sono spesso semivuoti, e con tutto il rispetto, è difficile credere che Milan-Carpi, Inter-Lanciano o Torino-Frosinone possano attirare il pubblico, sia quello allo stadio sia quello televisivo. Per tacere dell'appeal internazionale che è già zoppicante per i 3 o 4 Big Match...
E se scendiamo in B i numeri sono ancora più desolanti... Ci rendiamo conto che il "povero, meraviglioso Carpi" ha lo stesso pubblico di un club di medio livello della League Two inglese?!
Il Chievo ha perso per strada diverse migliaia di spettatori rispetto ai primi anni di A, Cesena ed Empoli se la cavano benino, ma la retrocessione costa comunque una buona fetta di pubblico...
E gli stadi di provincia sono generalmente sovradimensionati rispetto al pubblico attuale, quindi l'effetto "deserto" è ancora più marcato.
Nessuno sostiene che bisogna far salire a forza le "piazze" storiche, ma indubbiamente fa tristezza riscontrare come da noi anche le "belle favole" di provincia continuino a giocare di fronte a pochi intimi, mentre all'estero realtà delle stesse dimensioni riempiono lo stadio.
Il Burnley fa gli stessi spettatori di Genoa e Samp... Forse la realtà è che da noi, al di là della retorica, gran parte degli appassionati di calcio preferisce guardare Juve/Inter/Milan (Napoli o le Romane, dipende dalla zona) in TV piuttosto che seguire la squadra cittadina, anche se magari gioca in B o Lega Pro e sta facendo bene?
Tornando al Carpi (non ce l'ho con loro, ma sono l'esempio più fresco), una città di 60mila persone che sta vivendo l'avventura calcistica della vita non riesce a riempire lo stadio di Polly Pocket...
P.S. Inoltre, il passato ci insegna che spesso queste ascese fulminee non sono frutto di programmazione seria, ma di un "mordi e fuggi" che lascia le società in brache di tela... Finita l'avventura in A con una retrocessione senza appello, si stenta anche in B e non di rado arriva poi il fallimento.
Como e Treviso che fine han fatto? Il Pescara di Zeman fondato sui prestiti è salito e crollato, lo stesso Sassuolo (che ha alle spalle Squinzi, mica Pincopallo) ha avuto bisogno di una sostanziosa campagna di rafforzamente per sopravvivere, salvato dalla coppia di prestiti Berardi+Zaza.
Il tanto decantato progetto-Novara che fine ha fatto?
E non parliamo poi delle one-year-wonders in Serie B... Castel di Sangro, Gallipoli, Portogruaro, ora l'Entella....
RIbadisco: se è frutto di programmazione e di gestione intelligente, ben vengano tutte le Provinciali del mondo.
Ma se sono progetti raffazzonati o colpi di sedere (per gentile concessione anche delle gestioni demenziali delle Nobili Decadute), allora sarebbe il caso di tornare ai campionati a 18 squadre, riducendo il numero di "jolly"
Finalmente ho letto quello che volevo leggere. Lotito fa schifo ma di per sè il concetto non è sbagliatissimo. E' stato posto male ed è antipatico sentirlo da uno che ricopre una carica del genere.