Proseguo qui un discorso partito nel Topic Unico Napoli:
Il mio pensiero va aldilà dei Gabbiadini e dei Mertens o dei Valdifiori e dei Maggio. Io ho una visione molto semplice della cosa ossia che ci voglia un certo equilibrio. Ho sempre odiato il turnover studiato a tavolino che dice "anche se sei in forma ti riposi perché ne hai giocate 3 di seguito", non ha alcun senso, è un obbrobrio.
Allo stesso tempo però credo che nella gestione di una big ci siano tanti fattori importanti e che uno di questi sia il fattore psicologico dei giocatori. Credo fermamente che una stagione vincente si costruisca sulla base di 13-14 giocatori alla pari che competono e sono coinvolti tutti verso un obiettivo comune che è la squadra e la vittoria aldilà degli obiettivi personali.
Per fare questo però serve coinvolgere questi giocatori. Non dico che Gabbiadini possa fare il lavoro di Callejon, non esiste; così come reputo Insigne sicuramente più in forma di Mertens. Però ogni tanto devi dare la possibilità a questi giocatori di sentirsi parte del momento vincente della squadra, altrimenti ne diventano un corpo estraneo e vengono poco coinvolti.
Nel turno infrasettimanale squadre che hanno meno gioco e rosa del Napoli hanno schierato i vari Ljajic, Giuseppe Rossi eccetera, giocatori che sono poi risultati pure decisivi e che sicuramente si sentiranno più partecipi e coinvolti nei 21 punti in classifica della propria squadra e che più avanti torneranno utili sicuramente dimostrando entusiasmo.
Una squadra come il Napoli dovrà per forza usufruire alla lunga anche della sua panchina per squalifiche, infortuni, cali di condizione... ed a quel punto mister Sarri pescherà dal mazzo dei giocatori ottimi ma che avranno pochi stimoli, saranno avulsi dall'entusiasmo generale e soprattutto avranno un ritmo partita pari a 0. Dopo la si fa facile a dirgli "vai in campo e fai la differenza", ma questa non è la playstation; di fronte ci sono uomini che ragionano si deludono e si arrabbiano.
Posso capire che un Maggio a 33 anni con una carriera non propriamente di prim'ordine possa accettare questo ruolo adesso ma faccio più fatica a pensare che lo possa fare un Gabbiadini a 24 anni che viene da una stagione con 20 gol in 32 presenze, che viene considerato forse l'attaccante italiano più forte e che in pochi mesi ha perso nazionale e probabilmente europei perché non gioca.
Ora, nello specifico, se ieri contro un Palermo che, con rispetto parlando, a stento ha superato la metà campo quale sarebbe stato il rischio di schierare uno o entrambi i giocatori tra Mertens e Gabbiadini? Magari avevi meno copertura? avresti vinto 3-1 invece che 2-0? Ma almeno ti riportavi dalla tua due giocatori importanti, non gli facevi spegnere la testa e soprattutto li mantenevi "vivi" come detto prima. Non è questione di turnover, è questione di psicologia e di mantenere un gruppo unito che vada oltre agli 11 titolarissimi.
Devo pensare forse che il Napoli attuale secondo Sarri non riesca a vincere la partita di ieri con 1-2 cambi in attacco con giocatori di indubbia qualità? Beh allora vuol dire che questa squadra ha dei limiti non grandi, ma enormi e che prima o poi verranno fuori.
Lo stesso allenatore continua ad elogiare i vari Mertens e Gabbiadini in conferenza ma credo che non se ne facciano poi molto. Così come dice che a fine stagione Gabbiadini sarà contento del minutaggio, vuol dire forse che nel girone di ritorno si farà 9-10 partite da titolare a fila a discapito di Callejon o peggio di Higuain? Lo sa Gabbiadini e lo sa Sarri che ciò non sarà ne probabile ne possibile.
Stiamo chiaramente anche parlando di un allenatore che non si è mai dovuto confrontare con una realtà di una rosa allargata ed importante.
Dico questo semplicemente perché inizio a vedere più di un mugugno con la squadra che vince sempre, mi chiedo cosa succederà in caso di sconfitta che prima o poi inevitabilmente accadrà?
Ecco il mio pensiero, puro e semplice, che si basa su un semplice fatto: abbasso il turnover esasperato ma come in tutte le cose ci vuole un equilibrio, una via di mezzo che ti porti a coinvolgere più giocatori senza snaturare il gioco, che li mantenga "vivi" sotto l'aspetto psicologico, che quando manderai in campo tali giocatori possano pensare "ecco, darò il 110% perché se ci stiamo giocando lo scudetto ed il posto in Champions è anche merito mio, non solo dei miei compagni a cui io adesso sto mettendo una semplice e, si spera poco dannosa, toppa".