Con quattro soldi scarsi
nelle tasche
attraverso questo cortile
e guardo le scarne luci
delle quattro del mattino
farsi flebili,
respiri morenti
sotto l'ombra degli alberi
piantati da chissà chi
in questo schifo di città.
Platone si è venduto la ragione
al primo accenno di divinità tendenziosa;
ha scritto di cicli
per abbandonarsi
alla beltà di un infinito
indefinito
tradendo un'intera civiltà.
Nietzsche è impazzito
scavando nel nichilismo
fino a toccare le corde
più pericolose
di qualsiasi pezzo di Wagner.
Ed io ho comprato Zuniga
al fantacalcio.
Cammino lungomare
e guardo queste onde
isteriche
che non si rassegnano al ciclo
delle stagioni;
la pornografia del tempo
è una cicatrice stampata sull'idiozia
degli occhi languidi
di chi cerca l'amore.
Ma io non so nuotare
né capire
se uno scoglio è ammalato
di inquinamento
o di ineluttabile
costanza nel tempo.
In fondo
cosa importa;
ci ritroveremo ancora un giorno
davanti ad un divano
a dirci cose false
e non avremo sincerità
né passione;
ci vedremo invecchiati
e sconfitti
e rimpiangeremo il tempo
in cui mentire
era la nostra
unica arte.