davidone ha scritto:Ho appena parcheggiato la macchina. Poche decine di metri mi separano da casa di Giovanni. Oramai è un classico, l’asta si fa da lui. L’ansia mi divora, ma mi piace. Sono gli attimi che precedono i grandi momenti, gli attimi da gustare ed assaporare. Due buste molto pesanti tra le mani, e la borsa del computer a tracolla. Già, il computer. È stato difficile, anzi epocale per me passare alla tecnica digitale. L’asta per me è sempre stata uno stuolo di fogli, foglietti, quaderni, appunti sparsi ovunque, inchiostro versato in quantità industriali, decine di alberi morti, sacrificati, immolati per un fine più alto. Il mio fine. Ma nel corso degli anni, dal 1997, mi sono dovuto arrendere all’evidenza. L’asta è fatta di attimi, ed in quegli attimi bisogna essere pronti. Non sono ammesse sbavature, non sono ammessi errori. La tecnologia velocizza molte cose, laddove la mente non può arrivare. Già, perché si comincia sempre con i migliori propositi, ma dopo ore la mente comincia a fare cilecca. Allora un computer è ciò che serve, nulla da fare. La lacrimuccia l’ho già versata a casa, ora non si può annegare nel mare dei ricordi.
Sto finendo di salire le scale, la porta è lì, a pochi passi. Giovanni ha aperto subito. Freme anche lui,l’ansia è un sentimento strano e spesso condiviso. Mi sono preparato bene all’evento. Oggi pomeriggio mi sono preso delle ore di permesso dal lavoro. Sono necessarie. Quando si arriva al venerdi sera si è stanchi, si lavora tutta la settimana. Mia moglie l’avevo già avvisata. “Amore, al pupo oggi ci pensi tu”. Per tutto l’anno sono il marito amorevole ed il padre meritevole, oggi no. Oggi non esisto per nessuno, lei fortunatamente lo sa. Non lo condivide, per carità. Ma lo capisce, e questo mi basta. Sono tre settimane che la martello sul giorno dell’asta, tre settimane che vivo in funzione di questa serata. Qualsiasi gesto compiuto, qualsiasi azione effettuata, ma la mente sempre lì, come un ritornello. “Mancano tre settimane…” “Ne mancano due.” “ Ne è rimasta una sola”. Fino ad oggi, fino a stasera.
Ma purtroppo non sono riuscito a dormire. Per carità, un paio di ore di riposo al letto non possono che far bene, ma sarei dovuto riuscire a prendere sonno. Non ci sono riuscito. Come faccio a dormire, quando poche ore dopo si sarebbe compiuto il destino? Vabbè, è andata così, non ci posso far nulla.
Giovanni mi accoglie dentro casa. Saluti e convenevoli, gli porgo le due buste “Da mangiare per gli affamati e da bere per gli assetati”. Supero il corridoio ed entro in sala da pranzo. Indistinto vociame, che si mescola ad un “ciao” quasi all’unisono. Ci sono praticamente tutti, mancavo solo io. Non sono un tipo ritardatario, anzi sono sempre estremamente puntuale. Ma molti altri miei amici no, ed ho imparato a prendere le giuste contromisure. Ogni anno ero sempre il primo ad arrivare, all’ora stabilita, e puntualmente aspettavo insieme a pochi altri l’avvento di tutti. Minimo un’ora. Un’ora lunghissima, un’ora interminabile. Allora da quest’anno, sfruttando al scusa del bambino, che poi tanto scusa non è, mi sono presentato io per ultimo. Che siano loro per una volta a rodersi qui dentro. Tutti amici, ma tutti nemici, almeno per stasera. Prendo posto sulla mia poltrona, quella storica. Abbiamo oramai dei posti assegnati ben precisi, guai a sgarrare. Cerco in giro una presa elettrica, una ciabatta. Devo organizzarmi lo spazio circostante, dovrò essere veloce nell’utilizzo del computer. Nessuna sbavatura, nessun errore. Appoggio delicatamente il PC sulla poltrona e lo accendo. Lo lascerò caricare, tanto i files sono criptati tra alcune cartelle di foto del pupo. Nessuno andrebbe a frugare nel computer di altri, ma è meglio non fidarsi. Tutti nemici, stasera.
Ci son proprio tutti. C’è Giovanni, lo statistico. Persona molto preparata, da tenere d’occhio. C’è Alessio, l’estroso. Anche lui studia tanto e bene, lo monitorerò. C’è Raffo, l’eclettico. Studio misto a pescate strane in perfetto stile da giocatore di poker. C’è il maionese, lo sculato. Marco, così è il suo nome, ha vinto tre campionati su sei da quando frequenta questi salotti bene, e tutti lo additano di avere un patto col diavolo. Forse è vero, ma ha sempre vinto con Di Natale in squadra, e si sa che Totò ti fa vincere. E poi la fortuna aiuta gli audaci. Maionese l’audace. Sì, così va bene. Siamo in dieci, tutti ben preparati, il livello è alto, la competizione a livelli di guardia.
Intanto Giovanni comincia a distribuire birra da me portata, per tutti gli astanti. È il pegno per essere arrivati ultimi l’anno precedente, lo smacco finale, l’onta per non obliare. Già, in quindici anni di onorata e gloriosa carriera fantacalcistica, è toccato anche a me subire le angherie altrui, e meritatamente. Ma quest’anno non sarà così, ora che ho ritrovato il forum di Gruppo Esperti. Ho studiato tanto e bene anch’io, amici miei. Purtroppo questi sono i limiti del non avere faccialibro. Non ho potuto seguire lo sviluppo del nuovo sito attraverso l’interregno sul social network, dopo la scissione. Vabbè, l’ho pagata cara, ma ora è diverso.
Giovanni si avvicina verso di me. “Vuoi della birra?” La rifiuto con cortesia. L’ho portata per loro, io non berrò. La serata è lunga, la mente deve essere lucida. Acqua fresca. Non Robert, quello mai. Accadueo, senza incorrere in errori. Eppoi della pizza bianca. Me la sono comprata oggi pomeriggio, al supermercato. Piccole quantità di carboidrati ogni tanto, per dare al cervello tutto il necessario per protrarre il più possibile lo stato di attenzione. Di permeabilità. Di concentrazione.
Mentre il computer carica la schermata iniziale, esco in balcone a fumare una sigaretta. Il mio unico vizio. Oltre al fantacalcio, chiaro. Anche se lo definirei più come una virtù, il fanta. Una virtù per molti eletti, per fortuna. C’è Alessio, con la sua Marlboro fumante in bocca. Il viso è teso, come il mio. Gli occhi sono della tigre, come i miei. Ma per lui è un po’ diverso, quest’anno. Finalmente, dopo una vita di fantacalcio, avendo iniziato con me, è riuscito a vincere. I Dinamo campioni. È il campione in carica, e come si sa il campione in carica all’asta lo riconosci subito. La serenità di chi sa come si vince. Lo sa e se lo ricorda. Perché anch’io lo so, ma l’ultimo mio scudetto risale oramai a quattro anni fa. Che bella stagione, me la ricordo. Milito al Genoa, Di Natale. Con Di Natale si vince, sempre. Davvero, sembra un dato di fatto.
Scambio due chiacchiere con l’amico di vecchia data, mentre la sigaretta decide di arrivare subito a consumarsi fino al filtro. È inutile negarlo, sono teso come una corda di violino. Nel frattempo Giovanni chiama tutti all’ordine, si può iniziare. È anche il presidente di Lega. È uno statistico, gli piace fare conti su conti. Grafici su grafici. Non ha mai vinto. Anche lui gioca da tempo immemore. Quasi sempre a podio, ma mai primo. Sembra una maledizione, ma lui non se ne cura. Prendiamo tutti posto. Mi siedo sulla poltrona. La mia poltrona. Sono pronto. Sono pronto? Devo essere pronto. La tensione si scioglie, lascia spazio ad un sentimento meno denso. La calma. Questa è calma, è serenità. D’altra parte lo studio serratissimo di queste settimane prima o poi avrebbe dovuto portarmi a questo livello di sensazione. È la natura umana. Se sei preparato, inutile agitarsi. Più semplice a dirsi che non a farsi. Ma ora è così. Meglio così.
La conta è stata fatta. Si chiamano i giocatori in ordine di ruolo. Prima i portieri, per tutti. Poi i difensori, come al solito. In senso orario, in circolo. Il primo a chiamare sarà Raffo. Io dunque sarò il terzo. Bene, dovrò prepararmi. Tiriamo fuori dalla tabella excel la lista blu, quella dei giocatori appetiti ma sui quali non punto. Il silenzio è piombato in sala. Soltanto Giovanni a voce alta suggella il momento solenne dicendo “tutti pronti?”. Scribacchiare di penne su fogli e clicchìo di mouse impazziti, questa è la risposta. Sì, siamo tutti pronti. Qualche istante di silenzio intercorre prima che Raffaello prenda la parola e dica ad alta voce un nome. Un tempo breve. Un tempo lunghissimo. Raccolgo le forze mentali. Predico calma. Pazienza. Serenità.
“BUFFON!”
Si cominicia…
dott.mago ha scritto:Ragazzi a me il calcio già manca così come il fantacalcio...pensate che già sto raccogliendo dati relativi all' ultima serie a e che possono essere utili per la prossima stagione.
DItemi che non sono l' unico vi prego
Spebbi ha scritto:dott.mago ha scritto:Ragazzi a me il calcio già manca così come il fantacalcio...pensate che già sto raccogliendo dati relativi all' ultima serie a e che possono essere utili per la prossima stagione.
DItemi che non sono l' unico vi prego
Anche io! E non vedo l'ora finiscano i play off di Serie B per studiarmi la rosa del Latina di turno! Che malati!
Alexgiann ha scritto:E' una malattia quando.....alle 3:40 stai a leggere i "topic recenti"
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